Il lavoro. Un gatto che si morde la coda.
Vi spiego perché.

Serve tantissimo.
Se non ce l’hai non puoi avere una casa.
Se non hai una casa non hai una residenza.
Se non hai una residenza sei invisibile.
Se non hai residenza non puoi avere i documenti.
Ma senza documenti non hai un lavoro.
Questa cosa si chiama “gatto che si morde la coda”.

Non puoi fare senza. Devi avercelo. Devi tenertelo. Non puoi cambiarlo.
Dopo trovarne uno nuovo è stra-difficilissimo. Un rischio che non devi correre qui in Italia.
Devi lavorare o non sei affidabile. Non a caso è la terza domanda che ti fanno in ordine di importanza dopo nome e paese. Anche nei quiz: - “Ciao sono Katia e vengo da Perugia." - "Bene Katia e che lavoro fai?"
- "Sono una parrucchiera…” E giù applausi di stima: “Brava Katia, certo”
Mai sentito che tipo ad Amadeus qualcuno risponde “Ciao sono Luigi, vengo da Sondrio e non lavoro”. Buuuuuuuuuuuuuuuu. Quali applausi? Al massimo subito si lancia un breve break pubblicitario nello sconforto generale.
Uno che non lavora è subito tacciato di essere uno che non ha voglia; magari invece il poveretto ha trascorso tutto il giorno cercandosene uno; solo che non c’è riuscito.
Siccome io ancora non posso lavorare per la Legge (anche se non si capisce perché non possa, visto che godo di ottima salute e avrei bisogno già da ora di un impiego per potermi rendere indipendente al più presto) vorrei suggerire che si rivedano alcune cosucce al riguardo:

1) l’età per entrarci;
2) gli orari ridotti quando diventi un po' troppo vecchio;
3) lo stipendio: essere pagati 3 euro l’ora per raccogliere pomodori sotto il sole tutto il giorno non è lavoro - è sfruttamento! -