Riuscire a fare stare in due scatole colme tutta la storia della mia vita non è cosa semplice.
Soprattutto quando hai la mania del collezionista come me: ho raccolto tutti i frammenti che ritengo importanti al fine di non perdere la mia traccia, nel caso mi perdessi. Questi indizi, fondamentali per ritrovarmi, stavano in una scatola più piccola all'interno di una di queste scatole grandi. Quella con su scritto ""Dᴏɴ'ᴛ ᴛᴏᴜᴄʜ"". E per dispetto, appunto, Melissa mesi fa l'ha aperta. Proprio lei di cui mi ero fidata. L'unica che sapeva dell'esistenza di questa scatola piccola incastonata in quella grande.
Rientro in stanza e tutti i miei foglietti, un dado grande, pezzi di ceramica rotti, la metà del mezzo cuore condivisa con Laura, campioncini di profumi iniziati e mai finiti, petali secchi di girasoli, un vecchio CD di Eminem, alcune foto sbiadite di una famiglia che neppure in foto mi assomiglia, portachiavi con il mio ciuccio appeso, un deodorante alla lavanda per ambienti, una vecchia agenda con la copertina in sughero in cui mamma annotava conti e sistemava disegni e cartoline per i viaggi che avremmo fatto insieme... Tutto stava sul mio letto. Rovesciato con sopra un sacco nero. Qualcuno aveva lasciato anche un bigliettino "Accumulatrice seriale di immondizia" .
Ci sono parole che possono ferire.
Ci sono gesti che ti uccidono proprio.
Mi sembravano così preziosi e così tanti questi miei frammenti. Vederli abbandonati sul mio letto mi ha fatto pensare a quanto poco valore potessero avere, quanto indifesi fossero senza me a proteggerli.
Ho scoperto cosa si prova ad odiare qualcuno.
La Comunità ti insegna che puoi fidarti. Ma non puoi farlo di tutti.
Ho pianto e urlato. Poi ho raccolto i miei pezzi.
Adesso lascio la scatola ben visibile, sul mio comodino. Sopra ho scritto: